Come si difendono le balene dagli squali? – Quora

“I predatori principali delle balene sono le orche, alcune specie di squali-come lo squalo tigre o il grande squalo bianco-e l’orso polare, che occasionalmente caccia le balene beluga nell’Artico. Come si difendono le balene da questi predatori?

Le specie più grandi possiedono un’arma formidabile: la loro coda. Una megattera o un capodoglio possono ferire o spaventare un predatore con un violento tonfo della coda. I delfini più grandi possono anche spaventare, ferire o addirittura uccidere uno squalo con un violento calcio alla testa.

Alcune specie di balene che sono in grado di immergersi molto in profondità, come i capodogli e le balene dal becco, possono rifugiarsi nelle profondità quando vengono attaccate da orche che non sono in grado di seguirle.

Si ritiene inoltre che la migrazione delle megattere verso le acque tropicali al momento del parto possa essere una strategia per ridurre il rischio che la loro prole venga uccisa dalle orche. Le orche, che sono presenti in tutti gli oceani del mondo, sono più numerose nelle acque temperate e polari dove abbondano foche e leoni marini. Uno dei motivi per cui diverse specie di balene vivono in gruppi è ridurre i rischi di predazione. Essenzialmente, durante un attacco, un animale che vive in un gruppo ha meno probabilità di essere ucciso da un predatore che se è da solo. Questo è noto come effetto “diluizione”. Inoltre, le probabilità di avvistare un predatore sono migliori per un gruppo di balene che per una singola balena. Infine, vivendo in gruppo, le balene sono in grado di sviluppare strategie cooperative per liberarsi di un predatore. Ad esempio, alcuni delfini possono inseguire un predatore per spaventarlo e dissuaderlo dall’attaccare il loro gruppo. In un altro esempio, i baccelli di capodogli impiegano una tecnica impressionante quando vengono attaccati da orche o squali. Formano un cerchio; teste che puntano dentro, code che indicano. Ogni balena colpirà la coda come richiesto. I giovani capodogli sono spesso fuori pericolo al centro del cerchio. Questa tecnica, nota come” marguerite”, è impiegata anche dalle balene franche.”

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